6 dicembre: San Nicola, la vera storia di Babbo Natale

San Nicola, la vera storia di Babbo Natale

“Il Santo vescovo di Myra, nei secoli, è stato legato alla figura del vecchio portadoni. È diventato il Santa Claus dei paesi anglosassoni, e il NiKolaus della Germania che a Natale porta regali ai bambini.
Ogni popolo lo ha fatto proprio, vedendolo sotto una luce diversa, pur conservandogli le caratteristiche fondamentali, prima fra tutte quella di difensore dei deboli e di coloro che subiscono ingiustizie.

Nei primi decenni del 1800 San Nicolaus (da cui Santa Claus) grazie a una poesia di Clement Clarke Moore diventò il Babbo Natale che tutti conosciamo.”

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Una visita da San Nicola “Twas the Night Before Christmas”

Era la notte prima di Natale, quando in  tutta la casa
non una creatura si muoveva, neanche un topo.
Le calze erano appese al camino con cura,
nella speranza che San Nicola sarebbe arrivato presto.

I bambini erano tutti nei loro letti,
mentre visioni di prugne ricoperte di zucchero ballavano  nella  loro mente.
E la mamma nel suo ‘pigiama, e io nel mio berretto, ci
eravamo appena preparati  per un pisolino dopo quella lunga giornata d’inverno.

Quando ad un tratto si udì sul tetto un enorme baccano,
Balzai dal mio letto per vedere cosa stesse succedendo.
Sono volato  alla finestra e ho aperto i battenti.

La luna sulla  neve appena caduta faceva luccicare tutti gli oggetti che illuminava,
quando improvvisamente davanti ai  miei occhi meravigliati si presentò
una slitta in miniatura e otto piccole renne.

Scorsi un vecchio, così vivace e veloce,
Sapevo che si trattava di San Nicola
Le sue renne erano più rapide delle aquile
e lui fischiava, urlava e le chiamò per nome:

“Ora Dasher! Ora Dancer!
Ora, Prancer e Vixen!
Su, Comet! Su, Cupido!
Su, Donner e Blitzen!
Per la parte superiore del portico!
Per la parte superiore del muro!
Ora via!  via!
Via tutti! “

Come foglie secche che volano via prima dell’uragano,
montarono al cielo così oltre il tetto e mi accorsi che volavano,
con la slitta piena di giocattoli e con San Nicola.

E poi, in un batter d’occhio, ho sentito sul tetto
lo scalpitio di zoccoli. Sentii un tonfo e non appena mi voltai ,
vidi che San Nicola era sceso giù dal camino con un balzo.

Era tutto vestito di pelliccia, dalla testa ai piedi,
e i suoi vestiti erano tutti macchiati di cenere e fuliggine.
con  un  sacco di giocattoli che portava in spalla,
sembrava un venditore ambulante.

I suoi occhi – come brillavano! Le sue fossette, come era allegro!
Le sue guance erano come le rose, il suo naso come una ciliegia!
La sua bocca buffa e piccola ad arco,
e la barba sul mento bianca come la neve.

Una pipa teneva  stretta tra i denti,
e il fumo che circondava la sua testa sembrava  una corona.
Aveva un viso largo e un po ‘di pancia,
che scuoteva quando rideva, come una ciotola piena di gelatina.

Era grassottello e paffuto, sembrava un allegro vecchio folletto,
e ho riso quando l’ho visto, mio malgrado.
Con un occhiolino presto mi ha dato conferma che non avevo nulla da temere.

Lui non diceva una parola, ma è tornato subito al suo lavoro,
e riempite tutte le calze si girò di scatto.
Posò  il dito sul  suo naso,
diede un cenno del capo, e salì su per il camino.

Saltò in slitta, fischiando alle renne,e volò via a gran velocità.
Ma prima di sparire nell’ oscurità della notte lo sentii esclamare:

Buon Natale a tutti, e a tutti una buona notte!

 

5 dicembre: se Natale è una fiaba…se Natale è un mistero

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SE NATALE E’ UNA FIABA
Se Natale è una fiaba…
è solo la festa dei consumi,
di inutili regali:
è solo una doppia vacanza
con un pranzo più ricco,
un viaggio, una gita. 

Se Natale è una fiaba
non ci vuole molto:
basta un presepio
o un albero illuminato
una elemosina
una messa a mezzanotte.

Nella fiaba di Natale
non nasce Gesù: 
nasce l’egoismo e l’impostura
l’ingiustizia che uccide.

Una stella, un angelo
una grotta e dei pastori
una donna ed un bambino:
ingredienti
per una stupida favola
per una tragica impostura.

Se Natale è una fiaba
è finito il suo tempo:
cancelliamo il Natale!

SE NATALE E’ UN MISTERO  

Se Natale è un mistero…
Gesù nasce anche oggi:
nei tuguri, nelle baracche
nei dormitori pubblici.

Gesù nasce nel povero,
nel piccolo ignorante,
nel detenuto, nell’esule,
nel torturato, nell’oppresso. 

Gesù nasce
nel disoccupato, nel malato,
nel minorato,
nello sconosciuto trascurato da tutti,
nell’umile onesto
che ancora fa il suo dovere. 

Gesù nasce là dove c’è bisogno di lui:
dove si cerca giustizia e amore
dove si soffre e si aspetta
dove si costruisce un mondo più giusto. 

Se qui nasce Gesù
questo è il presepio:
qui bisogna venire
per incontrare Gesù
per fare Natale
con lui. 

 

4 dicembre: la Famiglia

LA FAMIGLIA – Chiara Lubich

Natale è la festa della famiglia.

Ma dov’è nata la più straordinaria famiglia se non nella grotta di Betlemme? E’ lì, con la nascita del Bambino, che essa ha avuto origine. E’ lì che si è sprigionato per la prima volta nel cuore di Maria e di Giuseppe l’amore per un terzo membro: il Dio fatto bambino.

La famiglia: ecco una parola che contiene un immenso significato, ricco, profondo, sublime e semplice, soprattutto reale. La famiglia o c’è o non c’è.

Atmosfera di famiglia è atmosfera di comprensione, di distensione serena; atmosfera di sicurezza, di unità, di amore reciproco, di pace che prende i suoi membri in tutto il loro essere.

Vorrei che questo Natale incidesse a caratteri di fuoco nei nostri animi questa parola: famiglia.

Una famiglia i cui membri, partendo dalla visione soprannaturale, e cioè vedendo Gesù gli uni negli altri, arrivano fino alle espressioni più concrete e semplici, caratteristiche di una famiglia. Una famiglia i cui fratelli non hanno un cuore di pietra ma di carne, come Gesù, come Maria, come Giuseppe.

Vi sono fra essi coloro che soffrono per prove spirituali? Occorre comprenderli come e più di una madre. Illuminarli con la parola o con l’esempio. Non lasciar mancare, anzi accrescere attorno a loro il calore della famiglia.

Vi sono tra essi coloro che soffrono fisicamente? Siano i fratelli prediletti. Bisogna patire con loro. Cercare di comprendere fino in fondo i loro dolori.

Vi sono coloro che muoiono? Immaginate di essere al loro posto e fate quanto desiderereste fosse fatto a voi fino all’ultimo istante.

C’è qualcuno che gode per una conquista o per un qualsiasi motivo? Godete con lui, perché la sua consolazione non sia contristata e l’animo non si chiuda, ma la gioia sia di tutti.

C’è qualcuno che parte? Non lasciarlo andare senza avergli riempito il cuore di una sola eredità: il senso della famiglia, perché lo porti con sé.

E dove si va per portare l’Ideale di Cristo, nulla si potrà fare di meglio che cercare di creare con discrezione, con prudenza, ma con decisione, lo spirito di famiglia.

Esso è uno spirito umile, vuole il bene degli altri, non si gonfia….è la carità vera, completa.

Insomma, se io dovessi partire da voi, lascerei che Gesù in me vi ripetesse: “Amatevi a vicenda… affinché tutti siano uno”.

3 dicembre: E’ Natale – Madre Teresa

E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.

2 dicembre: Wishlist

Erano questi i giorni in cui da piccola iniziavo a scrivere la letterina per Babbo Natale, una lista dei desideri  che per me non era fatta solo di giochi. Ricordo sempre con un sorriso le serate passate in famiglia mentre scrivevamo e coloravamo insieme quelle pagine che sono certa sono ancora conservate in qualche cassetto.

Negli ultimi anni purtroppo mi guardo intorno e mi capita di vedere sempre più spesso fogli con ritagli di volantini raffiguranti il giocattolo prescelto e devo dire che mi mette molta molta tristezza questo collage così freddo.

Il desiderare ha già in sè qualcosa di magico, “esprimere un desiderio”non è forse una formula che ci riporta alle favole e alla magia!?! 
Quando il desiderio però si lega solo a un oggetto credo che tutto quell’incanto svanisca di colpo.

Forse nemmeno noi “grandi” sappiamo desiderare in modo “sano” qualcosa, magari quando ci saremo riusciti non desidereremo più nulla perchè dopo tutto quello che conta di più e di cui abbiamo bisogno molte volte è già parte di noi e della nostra vita, basta imparare a vederlo.

Vi lascio con questa canzone che mi frulla nella testa mentre vi scrivo.

I wish I was a neutron bomb, for once I could go off
I wish I was a sacrifice but somehow still lived on
I wish I was a sentimental ornament you hung on
The Christmas tree, I wish I was the star that went on top
I wish I was the evidence, I wish I was the grounds
For 50 million hands upraised and open toward the sky

I wish I was a sailor with someone who waited for me
I wish I was as fortunate, as fortunate as me
I wish I was a messenger and all the news was good
I wish I was the full moon shining off a Camaro’s hood

I wish I was an alien at home behind the sun
I wish I was the souvenir you kept your house key on
I wish I was the pedal brake that you depended on
I wish I was the verb ‘to trust’ and never let you down

I wish I was a radio song, the one that you turned up
I wish…I wish…I wish…I wish…
I guess it never stops

 

Vorrei essere una bomba a neutroni, per una volta potrei non funzionare
Vorrei essere un sacrificio ma in qualche modo esserne sopravvissuto
Vorrei essere un ornamento sentimentale che tieni stretto a te.
Dell’albero di natale, vorrei essere la stella che finisce sulla cima.
Vorrei essere la testimonianza, vorrei essere l’esempio per 50 milioni di mani
alzate e protese verso il cielo.
Vorrei esser un marinaio con una persona che mi aspetti
Vorrei esser un marinaio con una persona che mi aspetti
Vorrei essere fortunato, fortunato come me
Vorrei essere un messaggero con solo notizie buone
Vorrei essere la luna piena che brilla sul tettuccio di una Camaro
Vorrei essere un alieno di casa dietro il sole
Vorrei essere il souvenir che tieni sulle tue chiavi di casa
Vorrei essere il pedale del freno da cui la tua vita è dipesa
Vorrei essere la parola fiducia e non deluderti mai
Vorrei essere una canzone alla radio, quella per cui hai alzato il volume
Vorrei…vorrei…non finirei mai…

1 dicembre: Avvento tempo di attesa!

L’attesa fa nascere nella persona una tensione positiva. Chi attende, non uccide il tempo nella noia. È orientato ad una meta. La meta dell’ attesa è una festa, la festa della nostra umanizzazione, dell’autorealizzazione, del nostro entrare in unione con Dio, ma non siamo solamente noi ad attendere: anche Dio attende noi. Attende che noi ci apriamo alla vita e all’amore.
La parola ‘attesa, stare in guardia’ indica propriamente stare nella ‘torre di guardia’. La ‘torre di guardia’ è il luogo dell’osservazione, delle vigilie. Attendere indica, quindi, stare attenti se qualcuno viene, osservare tutt’intorno quanto SI avvicina a noi. Attendere  significa anche fare attenzione, preoccuparsi di qualcosa, come il ‘guardiano’ osserva ogni singola persona e le presta attenzione. Attendere provoca questi due atteggiamenti in noi: l’ampiezza dello sguardo e l’attenzione all’attimo, a quanto stiamo vivendo, alle persone con le quali stiamo parlando. L’attesa allarga il cuore. Quando attendo, io sento che non basto a me stesso. Ognuno di noi lo sa, quando aspetta un amico o un’ amica. Si guarda ogni secondo l’orologio, per vedere se non sia ancora ora. Si è tesi all’attimo nel quale l’amico o l’amica scenderà dal treno o suonerà alla porta di casa. Grande è la nostra delusione,. se di fronte alla porta di casa si trova qualcun altro. L’attesa fa nascere in noi una tensione eccitante. Sentiamo di non bastare a noi stessi.
Nell’attesa usciamo da noi stessi verso colui che cerca il nostro cuore, che lo fa battere con più forza, colmando la nostra attesa.
Oggi molti non riescono più ad attendere. Vivono il tempo di Avvento non come tempo di attesa, ma già come un Natale  passato. Alcuni celebrano sempre Natale, invece di mantenere sveglia l’attenzione e di protendere il proprio cuore nell’attesa del mistero del Natale. I bambini non sanno attendere che la madre dica la preghiera prima di mangiare. Devono mangiare subito, se c’è qualcosa sul tavolo. Non aspettano che la cioccolata sia messa nella borsa della spesa. Devono mangiarla ancor prima che sia pagata alla cassa del super mercato. La gente in fila davanti alla cassa o allo sportello della stazione non riesce ad aspettare. Si spinge. In tutto questo c’è qualcosa di importante: chi non sa aspettare non svilupperà mai un forte io. Dovrà per forza soddisfare ogni bisogno immediatamente, ma diventerà allora completamente dipendente da qualsiasi bisogno. L’attesa ci rende liberi dentro. Se sappiamo aspettare finché il nostro bisogno sia soddisfatto, siamo in grado di sopportare , anche la tensione che l’attesa suscita in noi. Il nostro cuore si allarga e ci dona, inoltre, la sensazione che la nostra vita non è banale. Lo vediamo quando aspettiamo un qualcosa di misterioso, poiché vi attendiamo il compimento della nostra nostalgia più profonda. Allora riconosciamo che noi siamo più di quanto ci possiamo dare. L’attesa ci mostra che il nostro vero essere deve esserci donato.
Forse riesci a ricordarti le sensazioni di quando hai aspettato qualcosa. Hai invitato degli amici per una festa. Se qualcuno arriva troppo presto, questo disturba la tensione della tua attesa. Ti va perso qual- cosa. Il gusto dell’attesa, l’anticipazione della gioia della festa insieme, i preparativi per la festa si inceppano. L’attenzione, che fa parte dell’ attesa, è saltata a pié pari. Non puoi badare al tuo cuore, con tutte le aspettative e i desideri che vi nascono. Se però al tempo fissato non c’è ancora nessuno, anche in quel caso tu sei deluso.
In quel caso l’arco dell’ attesa è teso oltre misura. Vengono idee come: «Non mi vogliono bene. Non sono di nessun valore per loro. Con me possono fare questo. Per loro ci sono cose più importanti di me». Che cosa spegne la tensione dell’attesa? Come ti senti, quando attendi la venuta di una persona che ami? Entra un qualcosa di nuovo nella tua vita. È come ricevére un dono. Provi gioia al pensiero di quella persona. Ti senti vivo. Crescono in te sentimenti forti. Eppure non solo tu attendi. Tu stesso sei atteso. Come ti senti, quando altri ti aspettano, quando Dio ti attende? Gli altri hanno aspettative su di te. Le aspettative possono limitarti, ma, se nessuno si aspetta più niente da te, tu ti senti superfluo. Il tempo dell’ Avvento ti invita ad allargare nell’ attesa il tuo cuore e ad alzarti in piedi, perché sei atteso. Tu ne vali la pena. Molti ti aspettano. Dio ti aspetta, perché tu viva una vita vera.
Forse in ogni attesa tu senti un qualcosa, delle tue attese infantili per il Natale. Io riesco a ricordarmi ancora bene come noi bambini aspettassimo per la santa notte Gesù bambino, cioè la distribuzione dei doni. Era una tensione particolare. Andavamo a passeggiare con nostro padre nella notte, vedevamo ovunque nelle case brillare le luci. Poi dovevamo aspettare di sopra, nella camera da letto, finché non suonava la campana di Natale. Era un evento carico di mistero entrare nel salotto illuminato solamente dalle candele. Le impressioni infantili si stampano a fondo nell’anima. Anche più tardi ci sentivamo a nostro agio, parlando di questi sentimenti di un tempo. Probabilmente in ogni attesa vi è una traccia dell’attesa del Natale, l’intuizione che la nostra vita è più luminosa e sana per la venuta di una persona o di un evento.

Buona attesa ^_^

Fonte: http://www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=1853

Benvenuto dicembre

Sembrava così lontano e invece è già qui. Dicembre è arrivato così in fretta che mi ritrovo quasi impreparata. Non sono riuscita ancora ad assemblare il calendario dell’avvento per esempio.  Mi toccherà darmi da fare assolutamente nei prossimi giorni!!

Ho ancora tante cose di cui vorrei scrivere, vorrei raccontarvi com’è andato l’Hobby Show, parlarvi di progetti e molto altro, ma oggi scelgo di dare spazio alla magia del calendario d’avvento. Prendetelo come un mio piccolo regalo…

Buon avvento!!

Hobby Show Garda…si parte!!!

Il 25 novembre è arrivato: l’ Hobby Show Garda apre le porte ai visitatori. Il Grande Salone Italiano della Creatività approda al centro fiera di Montichiari  per la sua prima edizione bresciana.

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Tra gli espositori dell’evento allo stand B20 vi aspetta L’Infinita Mente Crea, l’associazione culturale di cui faccio parte.
Nel nostro spazio espositivo si alterneranno numerosi corsi e dimostrazioni. Le creative dell’associazione presenteranno diverse tecniche: fimo, soutaches, decoupage, wire, miyuki e tante altre. Trovate qui le schede dei corsi con i dettagli.

Io come qualcuno di voi sa già terrò venerdì e domenica delle dimostrazioni in cui mostrerò come realizzare un centrotavola natalizio e decorare una ghirlanda.

Vi aspettiamo!!! Con il sorriso che ci ha accompagna da ieri…

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Buona fiera!!!

Hobby Show Garda…che Natale sarebbe senza una ghirlanda?

Ormai chi mi conosce sa che ho un debole per le ghirlande. Mi piace realizzarle in diversi materiali e con diverse tecniche e in questi giorni stavo proprio pensando a quelle da realizzare in occasione delle due dimostrazioni all’Hobby Show  Garda.

Le ghirlande che amo di più però richiedono ore e ore di lavoro e purtroppo lì in fiera non avrò tutto questo tempo. Opterò quindi per qualcosa di più veloce, ma che sia comunque di effetto.

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Vi aspetto per “ghirlandare” insieme venerdì 25 alle ore 16.00 e domenica 27 alle ore 10.00 presso lo stand B20 de “L’Infinita Mente Crea“.

 

Hobby Show Garda…è tempo di allestire!

Ci siamo quasi, ormai mancano poche ore all’Hobby Show Garda. Il furgone de L’Infinita Mente Crea è bello carico, ma forse oggi siamo ancor più cariche io e le fondatrici dell’associazione! E’ la vigilia di un debutto importante e nell’aria si coglie l’emozione per quella che per tutte è la prima fiera. Oggi sarà di sicuro una giornata intensa e stancante, ma la grinta e i sorrisi stampati in viso renderanno tutto più leggero.

E’ tempo quindi di iniziare ad allestire, di vedere diventare realtà quelli che per mesi sono stati solo idee e progetti. Sarà belle vedere un’area vuota prendere forma piano piano, vederla trasformarsi in uno spazio “pieno” di creatività.

Sono davvero felice di prendere parte a questo allestimento e colgo l’occasione per ringraziare l’associazione L’Infinita Mente Crea per questa possibilità.

Adesso basta chiacchiere, è tempo di mettersi all’opera…