9 dicembre: i regali nello sgabuzzino

Il postino suonò due volte. Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con nastri dorati. “Avanti”, disse una voce dall’interno. Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d’ombre e di polvere. Seduto in una poltrona c’era un vecchio. “Guardi che stupendo pacco di Natale!” disse allegramente il postino. “Grazie. Lo metta pure per terra”, disse il vecchio con la voce più triste che mai. “Non c’è amore dentro” Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco in mano. Sentiva benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio non aveva certo l’aria di spassarsela male. Allora, perché era così triste? “Ma, signore, non dovrebbe fare un po’ di festa a questo magnifico regalo?”. “Non posso… Non posso proprio”, disse il vecchio con le lacrime agli occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era diventata ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un bigliettino: “Da tua figlia Luisa e marito”. Mai un augurio personale, una visita, un invito: “Vieni a passare il Natale con noi”. “Venga a vedere”, aggiunse il vecchio e si alzò stancamente. Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. il vecchio aprì la porta. “Ma … ” fece il postino. Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti. “Ma non li ha neanche aperti!” esclamò il postino allibito. “No”, disse mestamente il vecchio. “Non c’è amore dentro”.

Per vivere diversamente

Natale è diventata la festa del regalo. Non è una brutta cosa, dopotutto! Natale è la festa del grande dono fatto da Dio all’umanità: lui stesso viene a vivere tra noi per insegnarci la strada della Vita Eterna. Scambiarsi regali è un po’ partecipare alla grande generosità di Dio. Il regalo però, dice il racconto, può trasformarsi in una usanza senza amore dentro, cioè in una triste ipocrisia.

Discutete: Perché la gente si scambia regali a Natale?

Quali sono le motivazioni ‘reali’ che spingono la maggior parte della gente a fare regali vistosi?

Che cosa significa un regalo “con amore dentro”?

Preparate dei regali speciali, che abbiano un vero significato, per i vostri amici, per il vostro parroco, per il sindaco della vostra città.

Organizzate una visita all’Ospedale o al Ricovero delle persone anziane della vostra zona.

Fate loro il dono più bello: un po’ del vostro tempo.

Preghiamo

O Signore,

che ti sei fatto dono per l’uomo;

che non hai lasciato solo il ricordo di te

come tanti che sono passati.

Ci insegni

che i nostri gesti d’amore

sono vuoti se non portano agli altri

un poco di noi stessi.

Fa’ che i miei doni

non abbiano il sapore della circostanza,

dell’obbligo, della buona creanza

ma siano un modo

d’andare incontro ai fratelli

nella gioia di un cuore aperto.

Fonte:  Novena di Natale per ragazzi
Nove racconti per nove giorni.

(per gentile concessione di don Bruno Ferrero e dell’editrice ELLEDICI – http://www.elledici.org)

12 dicembre: il pacchetto misterioso

Negli ultimi giorni sono spesso alle prese con i regali da impacchettare. Mentre sono lì che traffico con carta, nastri e decorazioni penso spesso a questa storia. Ve la regalo…

pacco-regalo

IL PACCHETTO MISTERIOSO 

Alla piccola Elena piaceva tantissimo andare a far commissioni con la nonna. Specialmente nei giorni prima di Natale.
Soprattutto perché la nonna era molto sensibile alle sue richieste. Così ogni volta che usciva con la nonna, Elena tornava a casa con un bel regalo: un nuovo libro, un album da colorare, l’ovetto kinder con la sorpresa.

Ad Elena sarebbe piaciuto tanto giocare con gli altri bambini, mentre la nonna faceva la spesa dal panettiere, ma tutti i bambini che incontrava avevano la faccia annoiata e nessuna voglia di giocare. Perfino la nonna finiva in fretta di fare la spesa, perché nei negozi non c’era nessuno di buon umore che si fermasse a scambiare due chiacchiere, proprio nessuno che avesse tempo per qualche parola gentile. Sulla strada del ritorno, nonna e nipote tacevano, tenendosi per mano, mentre cominciava a scendere la neve.
«Uno solo basta».

A casa, la nonna si sedette nella sua poltrona preferita.
La chiamava il suo pensatoio.
Rimase a riflettere un po’, poi si alzò decisa e andò nello sgabuzzino.
Tornò dopo un po’ tenendo in mano un magnifico pacchetto-regalo avvolto in carta dorata e legato con un nastro rosso.
Elena avrebbe voluto aprirlo per sapere che cosa c’era dentro, ma la nonna le fece capire che il pacchetto era in realtà un segreto.

Il mattino dopo, nonna e nipote uscirono presto di casa portando il pacchetto luccicante per la carta dorata e il nastro rosso.
Il primo che incontrarono fu Pasquale, la burbera guardia con i baffoni a manubrio.
Era un tipo che non dava confidenza a nessuno e viveva da solo.
La nonna gli si avvicinò e gli porse il pacchetto.
«Che debbo farne?», domandò Pasquale colto di sorpresa.
«E’ per lei», disse Elena.
La guardia era piena di stupore. «Che cosa contiene?», chiese. «Amicizia e felicità», disse la nonna e gli strinse la mano.
«Hai visto com’era contento, nonna?», disse Elena.
«Torniamo a casa a preparare altri pacchetti da regalare?».
La nonna scosse la testa: «No, Elena», spiegò, «uno solo basta».«Finalmente ho anch’io degli amici in paese», pensò Pasquale, e riprese il cammino con il cuore più caldo.

Per la strada incontrò Sebastiano, lo spazzino.
Sebastiano era timido e i bambini lo prendevano in giro.
Quando vide arrivare la guardia, lo spazzino si nascose dietro al carrettino.
Ma Pasquale gli porse il pacchetto dicendo: «E per te!».
«Grazie», mormorò Sebastiano incredulo e felice.
Così la guardia e lo spazzino divennero amici.

Ma Sebastiano non aprì il pacchetto.
«Farò un regalo a Dolores», pensò.
Dolores era una bambina magra magra con le treccine bionde, l’unica che gli diceva sempre «Buongiorno».
Dolores era a letto con l’influenza e, un po’ imbarazzato, Sebastiano affidò il regalo alla mamma di Dolores, che gli offrì il caffè.

Quando Dolores ebbe il bellissimo pacchetto, si sentì subito meglio. Accarezzò la bella carta dorata e il nastro rosso e pensò: «Deve essere un regalo bellissimo.
Lo manderò a Susi, per fare la pace».
Susi era la migliore amica di Dolores, ma a scuola due giorni prima avevano litigato.

Quando Susi ebbe il pacchetto, corse da Dolores e l’abbracciò, poi insieme decisero che un regalo così bello poteva far felice la maestra, che da un po’ di tempo sembrava così triste.
La maestra si illuminò quando trovò sulla cattedra il pacchetto scintillante e quel giorno non le pesò far scuola e le ore passarono una più radiosa dell’altra.

Tornando a casa, la maestra portò il regalo alla signora Ambrosetti, che aveva i figli lontani e piangeva spesso.
Neanche la signora Ambrosetti si tenne il regalo, ma lo portò a Lucianone, che era sensibile e garbato, ma, siccome faceva il macellaio, tutti lo credevano senza cuore.
Neanche Lucianone si tenne il pacchetto… Che continuò così a passare di mano in mano e tutti quelli che se lo scambiavano si sorridevano e si parlavano.

Qualche giorno dopo, quando Elena e la nonna tornarono a fare le commissioni, si sentivano chiacchiere allegre venire dai negozi, mentre i bambini avevano voglia di giocare.
Un uomo salutò la nonna e le raccontò che cosa era successo qua e là e di come la gente da qualche tempo era più felice grazie ad un misterioso pacchetto. Mentre la nonna trafficava nella borsa alla ricerca delle chiavi della porta del suo appartamento, le venne incontro la signora Amalia, che abitava al piano di sotto, e che non le aveva mai rivolto la parola.
«Vorrei augurarle Buon Natale», disse, e le offrì… il bellissimo pacchetto con la carta dorata e il nastro rosso.
«Grazie», rispose la nonna sorridendo.
«Perché non viene dentro a far due chiacchiere di tanto in tanto?». «Evviva», gridò Elena, quando furono soli in casa.
«Il pacchetto è tornato da noi! Ma ora mi dici cosa c’è dentro?». «Niente di particolare», rispose la nonna. «Solo un po’ d’amore».

Tratto da: “Novena di Natale per bambini”.

Fonte: http://www.stjroma.it/amici-di-gesu/amici/2010-2011/classe-seconda_07.htm