Grazie 2016… e benvenuto 2017

Signore,
alla fine di questo anno voglio ringraziarti
per tutto quello che ho ricevuto da te,
grazie per la vita e l’amore,
per i fiori, l’aria e il sole,
per l’allegria e il dolore,
per quello che è stato possibile
e per quello che non ha potuto esserlo.

Ti regalo quanto ho fatto quest’anno:
il lavoro che ho potuto compiere,
le cose che sono passate per le mie mani
e quello che con queste ho potuto costruire.

Ti offro le persone che ho sempre amato,
le nuove amicizie, quelli a me più vicini,
quelli che sono più lontani,
quelli che se ne sono andati,
quelli che mi hanno chiesto una mano
e quelli che ho potuto aiutare,
quelli con cui ho condiviso la vita,
il lavoro, il dolore e l’allegria.

Oggi, Signore, voglio anche chiedere perdono
per il tempo sprecato, per i soldi spesi male,
per le parole inutili e per l’amore disprezzato,
perdono per le opere vuote,
per il lavoro mal fatto,
per il vivere senza entusiasmo
e per la preghiera sempre rimandata,
per tutte le mie dimenticanze e i miei silenzi,
semplicemente… ti chiedo perdono.

Signore Dio, Signore del tempo e dell’eternità,
tuo è l’oggi e il domani, il passato e il futuro, e, all’inizio di un nuovo anno,
io fermo la mia vita davanti al calendario
ancora da inaugurare
e ti offro quei giorni che solo tu sai se arriverò a vivere.

Oggi ti chiedo per me e per i miei la pace e l’allegria,
la forza e la prudenza,
la carità e la saggezza.

Voglio vivere ogni giorno con ottimismo e bontà,
chiudi le mie orecchie a ogni falsità,
le mie labbra alle parole bugiarde ed egoiste
o in grado di ferire,
apri invece il mio essere a tutto quello che è buono,
così che il mio spirito si riempia solo di benedizioni
e le sparga a ogni mio passo.

Riempimi di bontà e allegria
perché quelli che convivono con me
trovino nella mia vita un po’ di te.

Signore, dammi un anno felice
e insegnami e diffondere felicità.

Nel nome di Gesù, amen.

(Arley Tuberqui)

24 dicembre: lettera da Gesù bambino

Cari uomini…lettera da Gesù Bambino

 Cari uomini, beh! Non state a sgranare gli occhi.
Sono io, e non è proprio il caso di fare tante storie.
Siete cosi abituati a tenermi imprigionato nei vostri schemi e, fra poco, nei vostri presepi, che non vi rendete conto che sono diverso dai vostri schemi, che non sono un bambino di gesso, innocuo, ma sono in carne ed ossa, capace di parlare, o addirittura, come in questo caso, di strillare.
Ho deciso di invertire le parti.
Siete sempre voi a domandarmi qualcosa, e visto che si avvicina il Natale, sarete voi a scrivermi delle lettere. La lettera questa volta, se non vi dispiace, la scrivo io. E, a scanso di equivoci, vi anticipo che non sarà affatto una letterina gentile.
Ho ascoltato milioni e milioni di vostre richieste, ho letto milioni e milioni di vostre lettere. Per una volta, almeno, voglio essere io a dirvi qualcosa, a esprimere desideri, a formulare precise richieste.

E pretendo naturalmente la vostra attenzione.

Pochi di voi, a quanto mi risulta, e credo di essere ben informato, si sono preoccupati di sapere quali sono i miei progetti su di loro, se lo hanno fatto, lo hanno fatto un po’ per retorica; pochi si sono preoccupati di sapere quale speranza ho nutrito e nutro, facendomi uomo, venendo ad abitare in mezzo a voi; pochi si sono preoccupati di sapere se il mio “sogno” realizzabile; sì confessatelo, piuttosto avete pensato che sono sogni, che sono “cose” campate in aria.
Vi devo dire che siete molto abili a “trasformare”, ma con quella trasformazione che mi esclude. Volete un esempio?!
lo sono nato per portare la salvezza, sono nato per portare la speranza, sono nato in povertà. E voi la salvezza, la speranza, la povertà le avete “trasformate” in una faccenda dove io sono stato messo da parte, in feste dove io non c’entro e con me non entra la speranza, la salvezza, la povertà, il “sogno” che Dio mio Padre ha per voi uomini.

Non è attraverso l’uso del mio nome che si realizza il “sogno” di Dio per voi, non attraverso i bei canti, i “formalismi”, i “bei discorsi” attraverso le cose sporadiche, che la speranza del Dio-con-noi si vive e si realizza.

E cosi, cari uomini, la storia si ripete. Ed è sempre la triste storia che mi fa trovare porte chiuse. Quando sono venuto in mezzo a voi per condividere la vostra situazione, per partecipare alle vostre vicende, per essere insomma uno di voi, per me non c’era posto nelle vostre abitazioni, perché erano già piene.
Allora come oggi, dopo duemila anni, devo constatare che non c’è posto per me nel vostro cuore: è già pieno di altri affetti, è occupato da molti idoli, è distratto dai molteplici impegni; e ciò che più mi dispiace è che non c’è posto nemmeno là dove si pronuncia con frequenza e disinvoltura il mio nome.
La mia presenza è gradita, a patto che venga circoscritta, limitata nel tempo e nello spazio, relegata ad alcuni istanti, soprattutto neutralizzata nei suoi elementi più impegnativi.
Non sono venuto sulla terra come occasione per la vostra vanità, superficialità, gusto del chiasso; o soprattutto, visto che si avvicina il Natale, perché vi poteste “abbuffare”, oppure vi sentite, almeno una volta l’anno, buoni e generosi, non era proprio il caso che mi scomodessi per così poco, non vi pare?…

Sia ben chiaro: O mi accettate come Protagonista e quindi subordinate tutto il resto al mio “sogno”, oppure vi diffido formalmente dall’usare ancora il mio nome. Sulla terra ci sono venuto e ci vengo, ci rimango volentieri. In mezzo a voi mi ci trovo benissimo,sono uno dei vostri ormai. Desidero camminare con voi, condividere pene e gioie, portare pesi, successi e fallimenti. L’unica cosa che non ammetto è di diventare pretesto per un gioco di vanità che finirebbe per lasciarvi ancora più soli, più poveri, più insoddisfatti, più disperati.

Quindi d’ora innanzi sapete a quali condizioni potete contare su di me. Vi ho parlato con chiarezza, forse vi ho ferito. Ma dopo, ne sono sicuro, le cose andranno molto meglio, con comune soddisfazione. E non si ripeteranno certi equivoci…

Comunque statene certi: per un “sogno” vero e autentico, per un “sogno” di porte e cuori spalancati, per un “sogno” di pace, per un “sogno” che frantumi le barriere, per un “sogno” di gioia, desiderato e costruito da tutti gli uomini di buona volontà, per un “sogno” di perdono per individui che si riconoscono peccatori, per un “sogno” di salvezza, per un “sogno” di speranza,
è sempre disponibile il vostro

Gesù Bambino

Fonte

23 dicembre: beatitudini del nostro tempo

Beatitudini per il nostro tempo  

Beati quelli che sanno ridere di se stessi:
non finiranno mai di divertirsi.
Beati quelli che sanno distinguere un ciottolo da una montagna:
eviteranno tanti fastidi.
Beati quelli che sanno ascoltare e tacere:
impareranno molte cose nuove.
Beati quelli che sono attenti alle richieste degli altri:
saranno dispensatori di gioia.
Beati sarete voi se saprete guardare con attenzione le piccole cose e serenamente quelle importanti:
andrete lontano nella vita.
Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo:
il vostro cammino sarà sempre pieno di sole.
Beati voi se saprete interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri anche contro le apparenze:
sarete giudicati ingenui ma questo è il prezzo dell’amore.
Beati quelli che pensano prima di agire e pregano prima di pensare:
eviteranno tante stupidaggini.
Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti coloro che incontrate:
avete trovato la vera luce e la vera pace.

22 dicembre: vieni Signore

Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e, dunque, vieni sempre, Signore,

Vieni, Tu che ci ami:
nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con Te, o Signore.

Noi siamo lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore,
vieni sempre, Signore.

David Maria Turoldo

21 dicembre: perché sono nato, dice Dio

Perché sono nato, dice Dio
Lambert Nolen

Sono nato nudo, dice Dio,
perché tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero,
perché tu possa considerarmi l’unica ricchezza.
Sono nato in una stalla,
perché tu impari a santificare ogni ambiente.
Sono nato debole, dice Dio,
perché tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore,
perché tu non dubiti mai del mio amore.
Sono nato di notte,
perché tu creda che io posso illuminare qualsiasi realtà.
Sono nato persona, dice Dio,
perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato uomo,
perché tu possa essere “dio”.
Sono nato perseguitato,
perché tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato nella semplicità,
perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dice Dio,
per portare tutti alla casa del Padre.

20 dicembre: E’ Natale quando si è luce da accendere

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E’ Natale quando si è luce da accendere, si diventa Amore da Amare, gioia da donare, pace da diffondere, vita da vivere, verità da dire…

È necessaria l’infelicità per capire la gioia, il dubbio per capire la verità… la morte per comprendere la vita. Perciò affronta e abbraccia la tristezza quando viene.

Non cercare la gioia nei beni di consumo, perché questo ti costerà caro.

Non preoccuparti di sapere i problemi del mondo, limitati a rispondere alle esigenze della gente.

Prometti a te stesso di parlare di bontà, bellezza, amore a ogni persona che incontri; di far sentire a tutti i tuoi amici che c’è qualcosa di grande in loro; di guardare al lato bello di ogni cosa e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.

Sii pieno di gioia, tutto sommato.

Successo o insuccesso non hanno nessun senso agli occhi di Dio, purché tu faccia quello che lui ti chiede e come te lo chiede.

Quando diffondi l’amore del Signore, sei la buona novella di Dio.
Dio vi rendarà in amore tutto l’amore che avete donato o tutta la gioia e la pace che avete seminato attorno a voi, da un capo all’altro del mondo.

Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice. Tutti devono vedere la bontà del vostro viso, nei vostri occhi, nel vostro sorriso.

La gioia traspare dagli occhi, si manifesta quando parliamo e camminiamo. Non può essere racchiusa dentro di noi. Trabocca.

Amiamo.. non nelle grandi ma nelle piccole cose fatte con grande amore.

C’è tanto amore in tutti gli esseri umani.

Non dobbiamo temere di manifestarlo.

Non importa quanto si dà ma quanto amore si mette nel dare!

B.M.Teresa di Calcutta

Fonte

 

19 dicembre: Natale pigro

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…è già arrivato il Natale, e io?

se ci penso, non mi sono preparato molto…
ho pregato poco…
non sono riuscito a fare rinunce…
non ho fatto molta carità…
la fede è un po’ spenta e la vita un po’ lontana da Dio…
E’ davvero Natale per me?

Ma il Natale non lo faccio io, lo fai tu, Gesù!
Sei tu che vieni da me.
Sei tu che scendi la dove faccio fatica,
dove sbaglio e dove sono pigro.
Sei tu che nasci nella mia povertà…

Allora si che mi vien voglia di fare di più!
Mi vien voglia di pregare davvero e di amare concretamente
chi mi sta vicino e anche chi mi sta lontano.
Ma non perché sono bravo io, ma perché sei buono tu!
E’ questo il tuo Natale!
Grazie Gesù!

Fonte

18 dicembre: Finché c’è il Natale…

Oggi ho voglia di un tuffo nel mondo Disney. Quindi divano, copertina, coccole e La Bella e la Bestia: un magico Natale.

In questo giorno, così speciale, 
non ci sarà soltanto 
agrifoglio e neve. 
C’è qualcosa in più, che viene dal cuore 
è il più grande dono della vita, 
della nostra vita.. 

Finchè c’è il Natale, in noi ci sarà, 
un po’ di speranza e di serenità, 
finchè c’è il Natale, la stella verra, 
e il nostro cammino sempre illuminerà 

17 dcembre: Sarà Natale, quale Natale?

Signore nostro,

in un mondo in cui tutto è in vendita

ricordaci che la verità non si compra.

Signore nostro,

in un momento in cui si compra di tutto

ricordaci che l’amore è gratuito.

Signore nostro,

in giorni in cui si è buoni per obbligo

ricordaci che la carità è pratica quotidiana.

Signore nostro,

in un momento in cui si fanno doni intelligenti

ricordaci che una riconciliazione è il dono più intelligente.

Signore nostro,

in mezzo a un’orgia di panettoni farciti

ricordaci che non si sfama il povero con la pubblicità.

Signore nostro,

quando riuniamo le nostre famiglie a fare festa

ricordaci che potremmo farlo molto più spesso.

Signore nostro,

mentre orniamo i nostri alberi luccicanti

ricordaci lo splendore discreto della tua croce.

Signore nostro,

mentre andiamo festanti alla messa di mezzanotte

ricordaci che non è il cenone di capodanno.

Signore nostro,

mentre ci affanniamo ad agghindarci per le feste

ricordaci che davanti a quel Bambino cade ogni mascherata.

Signore nostro,

mentre ci confessiamo a te per una volta all’anno

ricordaci che tu sei la nostra gioia e il nostro regalo,

ogni giorno dell’anno, di ogni anno, per l’eternità.

Perché tu ci sei sempre, Signore.

16 dicembre: Natale festa della luce, festa della vita.

carols-by-candle-light.jpgNatale è

…Una luce di speranza, che ci illumina nonostante le preoccupazioni e le tensioni della vita quotidiana, le sfide e le difficoltà del nostro cammino e ci indica la via anche quando ci sembra di brancolare nel buio.

…Una luce di fede, indipendentemente dalle nostre credenze e dalla nostra religione, la luce che si rinnova, ci ricorda che nulla è definitivo e permanente, neanche il buio. La Vita opera sempre per il nostro bene anche se al momento non ne siamo consapevoli. L’Universo ci dà sempre ciò di cui abbiamo bisogno, a volte diverso da ciò che desideriamo, e ci ascolta sempre.

…Una luce d’amore, per noi, le nostre famiglie, i nostri cari e anche i nostri nemici. Il Natale ci ricorda che il perdono è il più grande dono che possiamo fare a noi stessi e agli altri. Lasciare andare il rancore e la rabbia guarisce e apre il nostro cuore a ricevere ancora più amore, la forza più potente di cui il mondo dispone.

…Una luce di condivisione, non solo intesa come scambio di regali e di auguri, ma come piacere di stare insieme e dedicare più tempo alle persone che amiamo.

…Una luce di gioia, perchè ci ricorda dell’abbondanza che ci circonda e di cui molto spesso non ci accorgiamo o diamo per scontata. Impariamo ad allenare il muscolo della gratitudine per quello che abbiamo, per il fatto di essere vivi e saremo circondati da gioia e felicità.

…Una luce di rinascita, perchè iniziare una nuova fase della nostra vita è sempre possibile. Non è mai troppo tardi per essere quello che desideriamo essere.

Fonte