6 dicembre: All I want for Christmas is you

Non voglio molto per Natale
c’ è solo una cosa di cui ho bisogno
non mi importa dei regali
sotto l’ albero di Natale
voglio solo te, tutto per me
molto più di quanto avrei mai creduto
realizza il mio desiderio…
tutto quello che voglio per Natale
sei tu…

non voglio molto per Natale
c’ è solo una cosa di cui ho bisogno
non mi importa dei regali
sotto l’ albero di Natale
non ho bisogno di appendere la calza
lì, sopra il caminetto
Babbo Natale non mi renderà felice
con un giocattolo il giorno di Natale
voglio solo te, tutto per me
molto più di quanto avresti mai creduto
realizza il mio desiderio
tutto quello che voglio per Natale sei tu…
Tu tesoro

non chiederò molto questo Natale
non desidero neanche la neve
continuerò solo ad aspettare
sotto il vischio
non farò una lista da spedire
al Polo nord per Babbo Natale
non starò neanche sveglia per
sentire i magici schiocchi delle renne
perché voglio solo tenerti stretto a me stanotte
cos’ altro posso fare?
tesoro tutto quello che voglio per Natale sei tu
tu…

tutte le luci stanno brillando
così lucenti ovunque
e il suono delle risate dei bambini riempie l’ aria
tutti cantano
sento suonare le campanelle della slitta
Babbo Natale mi porterai quello
di cui ho veramente bisogno?
mi porteresti per favore il mio tesoro?

non voglio molto per Natale
questo è tutto ciò che chiedo
voglio solo vedere il mio tesoro
davanti alla mia porta
voglio solo lui, tutto per me
molto più di quanto potresti mai credere
realizza i miei desideri
tesoro, tutto quello che voglio per Natale sei tu…

tutto quello che voglio per Natale sei tu tesoro…

Tu e Davide 💙

5 dicembre: l’esempio di Nazareth

 Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa
(Discorso tenuto a Nazareth, 5 gennaio 1964)

La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare.

Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo. Qui scopriamo il bisogno di osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a noi: cioè i luoghi, i tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri riti, tutto insomma ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi al mondo.

Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazareth! Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita e la superiore sapienza delle verità divine! Ma noi non siamo che di passaggio e ci è necessario deporre il desiderio di continuare a conoscere, in questa casa, la mai compiuta formazione all’intelligenza del Vangelo. Tuttavia non lasceremo questo luogo senza aver raccolto, quasi furtivamente, alcuni brevi ammonimenti dalla casa di Nazareth.

In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazareth, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l’interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto.

Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazareth ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale

4 dicembre: Lettera a Giuseppe

Dimmi, Giuseppe, quand’è che hai conosciuto Maria?
Forse, un mattino di primavera, mentre tornava dalla fontana del villaggio, con l’anfora sul capo e con la mano sul fianco snello come lo stelo di un fiordaliso?
O forse, un giorno di sabato, mentre con le fanciulle di Nazareth conversava in disparte sotto l’arco della Sinagoga?
O forse, un meriggio d’estate, in un campo di grano, mentre, abbassando gli occhi splendidi per non rivelare il pudore della povertà, si adattava all’umiliante mestiere di spigolatrice?
Quando ti ha ricambiato il sorriso e ti ha sfiorato il capo con la prima carezza, che forse era la sua prima benedizione e tu non lo sapevi… e poi, tu, nella notte, hai intriso il cuscino con lacrime di felicità?
Ti scriveva lettere d’amore?
Forse sì!
E il sorriso, con cui accompagni il cenno degli occhi verso l’armadio delle tinte e delle vernici, mi fa capire che in uno di quei barattoli vuoti, che ormai non si aprono più, ne conservi ancora qualcuna!

Poi, una notte, hai preso il coraggio a due mani, sei andato sotto la sua finestra, profumata di basilico e di menta, e le hai cantato, sommessamente, le strofe del Cantico dei Cantici:
“Alzati, amica mia, mia bella e vieni!
Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia e se n’è andata.
I fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna.
Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza.
Alzati, amica mia, mia bella e vieni!
O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro”.

E la tua amica, la tua bella, la tua colomba si è alzata davvero.
È venuta sulla strada, facendoti trasalire.
Ti ha preso la mano nella sua e, mentre il cuore ti scoppiava nel petto, ti ha confidato lì, sotto le stelle, un grande segreto.
Solo tu, il sognatore, potevi capirla.
Ti ha parlato di:
Jahvé, di un Angelo del Signore, di un Mistero nascosto nei secoli e ora nascosto nel suo grembo, di un progetto più grande dell’universo e più alto del firmamento, che vi sovrastava.
Poi, ti ha chiesto di uscire dalla sua vita, di dirle addio, e di dimenticarla per sempre.

Fu, allora, che la stringesti per la prima volta al cuore e le dicesti tremando:
“Per te, rinuncio volentieri ai miei piani.
Voglio condividere i tuoi, Maria, purché mi faccia stare con te”.
Lei ti rispose di sì, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente. […]
E io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore.
Lei ha puntato tutto sull’onnipotenza del Creatore.
Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura.
Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza.
La carità ha fatto il resto, in te e in lei.

Tonino Bello, La carezza di Dio. Lettera a Giuseppe

3 dicembre: Serendipity


Passiamo tutta la vita a cercare la felicità, la cerchiamo spesso negli altri o aspettando che si realizzino eventi particolari che crediamo ci diano quella tanto ricercata sensazione di benessere profondo.

La vita però di tutta questa nostra ricerca e delle nostre fisse se ne frega…per fortuna direi!!

Negli ultimi anni mi sono sempre più convinta di una cosa: tutto accade nel momento giusto, sempre! Basta saper attendere quel momento. Proprio per questo non ha senso la frenesia, il rincorrere disperatamente le cose, che poi se vogliamo il più delle volte rincorriamo quelle sbagliate.

Ho sempre sognato intensamente, e negli anni mi sono affannata, ho sofferto rincorrendo strade impossibili senza mai raggiungere qualcosa che si avvicinasse lontanamente a quei sogni. Sono arrivata al punto di sentirmi a pezzi, tutto sembrava perso, poi ho lasciato fare alla vita e mi sono accorta di colpo di aver trovato qualcosa di più bello di quello che sognavo. Attendere non è facile, affidarsi alla vita ancora meno eppure è ciò che dovremmo fare sempre.

In questo periodo magico di attesa, sarebbe bello provare a rallentare, ad affidarsi e fidarsi della vita perchè davvero se riusciamo a farlo probabilmente troveremo più di quanto cerchiamo.

Serendipity: “E’ una parola che ha un bel suono per ciò che significa: un fortunato imprevisto”.  Vi lascio con questo film che adoro.

 

Buona domenica d’avvento!

2 dicembre: Maria donna gestante

«Vicino a Elisabetta aveva portato a compimento il noviziato di una gestazione di cui cominciava lentamente a dipanare il segreto. Ora bisognava scendere in pianura e affrontare i problemi terra terra a cui va incontro ogni donna in attesa. Con qualche complicazione in più. Come dirglielo a Giuseppe? E alle compagne con cui aveva condiviso fino a poco tempo prima i suoi sogni di ragazza innamorata, come avrebbe spiegato il mistero che le era scoppiato nel grembo? (…) Non fece in tempo a rientrare a casa, che Giuseppe, senza chiederle neppure che rendesse più esaurienti le spiegazioni fornitegli dall’angelo, se la portò subito con sé. Una notte, lei gli disse: “Senti, Giuseppe, si muove”. (…)
Maria non fu estranea alle tribolazioni a cui è assoggettata ogni comune gestante. Anzi, era come si concentrassero in lei le speranze, sì, ma anche le paure di tutte le donne in attesa. Che ne sarà di questo frutto, non ancora maturo, che mi porto nel seno? Gli vorrà bene la gente? Sarà contento di esistere? E quanto peserà su di lui il versetto della Genesi: “partorirai i figli nel dolore”? (…)
Santa Maria, donna gestante, aiutaci ad accogliere come dono ogni creatura che si affaccia a questo mondo. Non c’è ragione che giustifichi il rifiuto. Non c’è violenza che legittimi violenza. Non c’è programma che non possa saltare di fronte al miracolo di una vita che germoglia. (…) Santa Maria, donna gestante, grazie perché, se Gesù l’hai portato nel grembo nove mesi, noi, ci stai portando tutta la vita
».* 

* Fonte: Antonio Bello, Maria donna dei nostri giorni, Paoline, Milano 1993. 

1 dicembre: l’arte dell’attesa

Celebrare l’ Avvento significa saper attendere:

attendere è un’ arte che il nostro
tempo impaziente ha dimenticato.
Esso vuole staccare il frutto maturo 
non appena germoglia; 
ma gli occhi ingordi vengono soltanto illusi, 
perché un frutto apparentemente così squisito
è dentro ancora verde,
e mani prive di rispetto gettano via ingrate
ciò che le ha deluse. 
Chi non conosce la beatitudine acerba dell’attendere,
cioè la rinuncia a qualcosa nella speranza, 
non potrà mai gustare tutta la benedizione dell’adempimento.

Chi non conosce la necessità
di lottare con le domande più profonde della vita,
della sua vita e nell’attesa
non tiene aperti gli occhi con desiderio finché la verità non gli si rivela,
costui non può figurarsi nulla della magnificenza
di questo momento in cui risplenderà la chiarezza;
e chi vuole ambire all’amicizia
e all’amore di altro, 
senza attendere che la sua anima si apra
all’altro fino ad averne accesso,
a costui rimarrà eternamente nascosta
la profonda benedizione di una vita 
che si svolge tra due anime.

Nel mondo dobbiamo attendere le cose
più grandi, più profonde, più delicate,
e questo non avviene in modo tempestoso, 
ma secondo la legge divina 
della germinazione, della crescita e dello sviluppo. 

Fonte

“Nel mondo dobbiamo attendere le cose più grandi”…non arrivano subito, a volte ci mettono anni come Davide, ma poi quando arrivano ripagano ogni attesa….

Avvento tempo di attesa….

L’avvento è già iniziato domenica scorsa eppure solo oggi riesco a dedicarmi alla  preparazione del  calendario. Tengo molto a curare nei dettagli questo percorso che ci accompagna verso il Natale e così ogni anno mi ritrovo a selezionare preghiere, testi, riflessioni, storie, canzoni, film. Oltre ai contenuti cerco poi di pensare a una forma sempre nuova da dare al calendario perché mi piace sia parte integrante della decorazione.


Quest’anno le idee su cosa fare erano chiare da un bel po’ di tempo e forse domani capirete il perché. 
Ecco domani….domani inizia dicembre! 😊

Visto che sarà un mese molto speciale per me pensavo di parlarvene meglio domani per cominciare il mese e il nostro calendario dell’avvento nel migliore dei modi…
A domani….

Hobby Show Garda: la tavola delle feste

Oggi vi parlo del secondo corso che terrò all’ Hobby Show Garda.

Stavolta la magia del Natale e delle festività fa da sfondo alla passione per l’arte di apparecchiare la tavola. Credo non ci sia nulla di più bello che sedersi a una tavola ben apparecchiata con le persone care per condividere momenti di gioia, ancor di più durante le feste.  Si possono preparare tavole meravigliose con oggetti ricercati e costosi, ma si può anche usare la fantasia ed ecco che con qualche materiale semplice si possono ottenere risultati altrettanto sorprendenti. Tra i materiali che amo la colla a caldo ha un posto privilegiato per la sua versatilità e la semplicità di utilizzo. Sarà proprio lei la protagonista indiscussa di questo corso di cui vi riporto i dettagli.

Titolo: Decora la tavola delle feste con la colla a caldo.
Descrizione: Basta poco per rendere una tavola speciale: pistola, colla a caldo e tanta fantasia! Decoreremo la tavola delle nostre feste realizzando sottopiatti, sottobicchieri, segnaposto e decorazioni accessorie.
Costo: €15,00
Durata: 1 ora
Materiali: inclusi (è tutto già pronto serve solo la tua fantasia)
Note: adatto anche a bambini a partire dai 12 anni
Recapito Iscrizioni: assomentecrea@gmail.com e presso lo stand de “L’Infinita Mente Crea”
Quando: Venerdi 24 novembre ore 10 e ore 12; Domenica 26 novembre ore 10, ore 12, ore 14 e ore 16.
Dove: presso lo stand de L’INFINITA MENTE CREA – Ass.Culturale – PAD. 1, STAND A20

Hobby Show Garda: corso decorazioni natalizie

Vi ho anticipato che quest’anno all’Hobby Show Garda avrei proposto dei corsi.  E’ stato difficile scegliere cosa presentare, ma alla fine ce l’ho fatta e ho definito due proposte. Oggi vi parlo della prima a tema natalizio.

Dicembre non è così lontano ed è quindi tempo di pensare alle decorazioni!Chi mi conosce sa bene quanto il Natale sia importante per me e nella mia visione delle festività le decorazioni sono una cosa seria! Credo siano uno strumento importante per creare  un’atmosfera che aiuti a vivere le feste anche e soprattutto con lo spirito.  Forse è per questa mia visione delle cose che ci metto così tanto amore e tanta passione nel realizzare ogni singola decorazione.

Vi ho fatto questa premessa per farvi capire da dove nasce la spinta per questo corso di cui vi riporto con emozione i dettagli.

Titolo: C’era una volta una sfera di polistirolo…Storia di una pallina di Natale.
Descrizione: Le decorazioni migliori sono quelle fatte col cuore. Realizzeremo un set di palline decorato con stoffe e materiali vari. Trasformeremo così le nostre sfere di polistirolo in stupende decorazioni per il tuo albero.
Costo: €15,00
Durata: 1 ora
Materiali: inclusi
Note: adatto anche a bambini a partire dai 10 anni
Note: per chi effettua l’iscrizione anticipata: se hai già deciso con quali colori decorerai il tuo albero comunicacelo.
Recapito Iscrizioni: assomentecrea@gmail.com e presso lo stand de “L’Infinita Mente Crea”
Quando: Venerdi 24 novembre ore 11 e ore 14;Domenica 26 novembre ore 11, ore 14 e ore 16
Dove: presso lo stand de L’INFINITA MENTE CREA – Ass.Culturale – PAD. 1, STAND A20