Celebrare l’ Avvento significa saper attendere:
attendere è un’ arte che il nostro
tempo impaziente ha dimenticato.
Esso vuole staccare il frutto maturo
non appena germoglia;
ma gli occhi ingordi vengono soltanto illusi,
perché un frutto apparentemente così squisito
è dentro ancora verde,
e mani prive di rispetto gettano via ingrate
ciò che le ha deluse.
Chi non conosce la beatitudine acerba dell’attendere,
cioè la rinuncia a qualcosa nella speranza,
non potrà mai gustare tutta la benedizione dell’adempimento.
Chi non conosce la necessità
di lottare con le domande più profonde della vita,
della sua vita e nell’attesa
non tiene aperti gli occhi con desiderio finché la verità non gli si rivela,
costui non può figurarsi nulla della magnificenza
di questo momento in cui risplenderà la chiarezza;
e chi vuole ambire all’amicizia
e all’amore di altro,
senza attendere che la sua anima si apra
all’altro fino ad averne accesso,
a costui rimarrà eternamente nascosta
la profonda benedizione di una vita
che si svolge tra due anime.
Nel mondo dobbiamo attendere le cose
più grandi, più profonde, più delicate,
e questo non avviene in modo tempestoso,
ma secondo la legge divina
della germinazione, della crescita e dello sviluppo.
“Nel mondo dobbiamo attendere le cose più grandi”…non arrivano subito, a volte ci mettono anni come Davide, ma poi quando arrivano ripagano ogni attesa….